Il benessere sui luoghi di lavoro: la valorizzazione del fattore umano.

In occasione del Festival Città Impresa, organizzato da ItalyPost a Bergamo, grandi aziende internazionali hanno raccontato la loro filosofia sul tema welfare.

Ecostilla rinnova la partnership con i contenuti ideati da ItalyPost. Dopo la collaborazione alla Green Week insieme a un pool di aziende di calibro internazionale, Bergamo diventa la protagonista di una quattro giorni dedicata alle imprese e ai territori, su temi quanto mai attuali come l’economia, la società contemporanea e la persona come volano di tutte le trasformazioni che stanno accadendo nel mondo del lavoro.

Il panel promosso da Ecostilla si è inserito perfettamente in questo quadro, con l’intento di dare voce a temi spesso sottovalutati o ritenuti non essenziali al buon andamento di un’azienda e al suo fatturato. Con opinioni differenti e in forme diverse, i relatori del panel hanno evidenziatoomportamenti virtuosi che raccontano la bellezza del fare impresa oggi.

L'esperienza di Fine Foods& Pharmaceuticals: la cultura d'impresa

Esistono in Italia realtà lavorative in cui la valorizzazione del dipendente è uno dei cardini per il buon esito del servizio offerto. È il caso di Fine Foods&Pharmaceuticals NTM e di una retention rate del 97% frutto di una politica delle risorse umane che vive di una strategia ma anche di una tattica per metterle in atto in modo efficace e “human oriented”. Un’esperienza che l’amministratore delegato Giorgio Ferraris ha illustrato in una serie di pratiche concrete ovvero occasioni per valorizzare l’intelligenza emotiva, la curiosità e la diversità di pensiero dei suoi collaboratori. Essere presenti nei singoli dipartimenti, far riflettere le persone e creare un ambiente di lavoro piacevole è la strada per avere delle persone che amano ciò che fanno, oltre che per dare un segno di continuità e crescita all’azienda stessa.

L'innovazione secondo Kilometro Rosso

Proiettato invece all’innovazione e alla condivisione di un luogo che sia stimolante non solo in termini di architettura, ma anche di eventi e “comunità, è il Kilometro Rosso innovation district raccontato da Roberto Marelli, development director. 2500 persone, 80 aziende, più di 200 eventi l’anno, l’obiettivo del centro voluto da Alberto Bombassei nasce per aiutare il sistema impresa a innovarsi e ora si evolve nell’aiutare nuove e consolidate realtà a trovare le persone per far funzionare queste tecnologie, farle lavorare in un luogo che fornisca degli stimoli e trattenerle. Se attivati nel modo e nel luogo giusto, campus come Km Rosso consentono alle persone di crescere e di valorizzare se stessi.

I digital leader e i Data Center: sostenibilità e benessere aziendale

L’evoluzione digitale del nostro quotidiano ha portato, inoltre, allo sviluppo di un luogo di lavoro ancora più articolato e che richiede un’attenzione speciale ovvero quello del Data Center. Centri nevralgici di trasferimento e archivio di dati e informazioni stanno crescendo a livello mondiale in simbiosi con la diffusione della digitalizzazione. Come sottolinea Emmanuel Becker, amministratore delegato Equinix e presidente IDA, il miglioramento tecnologico porta con sé un minor consumo di energia che deve essere accompagnato a un uso consapevole del digitale. In un luogo di lavoro come il data center il benessere del lavoratore ha un ruolo strategico, che passa attraverso la gestione delle risorse umane ma anche dalla capacità di sapere osservare come gli stessi ambienti di lavoro vengano utilizzati da chi li abita.

Considerazioni e valutazioni che il Presidente di Ecostilla, Pietro De Nardis, mette al centro del dibattito n modo chiaro. Tutto ciò che compete ai servizi di Facility Management è permeato da un’aurea di “impalpabilità” facendoli sembrare accessori ma, in realtà, sono sostanziali. L’argomento sembra avere una natura quasi secondaria di fronte ad aziende di importanza mondiale, in realtà ognuna di loro ha espresso il diverso approccio allo stesso tema ma con un punto in comune fondamentale ossia il fattore umano, le persone. Lo stesso personale impiegato, ad esempio, per i servizi di pulizie può essere un’ottima fonte di informazioni su come gli uffici vengano vissuti dai dipendenti e sulle loro abitudini di fruizione della struttura che li ospita e della sua policy.

Lo stare bene negli edifici, il welfare è tutto ciò che va gestito e reso funzionale per ciò che vi avviene all’interno. La funzione del decoro, dell’igiene, della sanificazione, di piccoli lavori di manutenzione… meno si vedono, meglio funzionano perché sono in simbiosi con il contenitore e chi vi lavora. Sono fluidi e si basano su una professionalità fatta di persone, che lavorano con le persone e che seguono regole di comportamento precise ed efficaci.

Ciò che contraddistingue il lavoro di Ecostilla è la capacità di articolare un sistema di servizi in perfetto equilibrio con le attività che vengono svolte in un determinato ambiente di lavoro, al fine di promuovere il benessere aziendale ma anche il suo fatturato.

 

Panel Ecostilla Green Week

Imprevedibile e fluido: il nuovo luogo di lavoro 3.0

Il panel promosso da Ecostilla al Green Week Festival ha dipinto un panorama della worklife improntato sulla flessibilità e l’imprevedibilità.

“Lavorare a casa degli altri non è facile” esordisce Pietro De Nardis, Presidente di Ecostilla, “soprattutto se ciò che si definisce “casa” sono i luoghi di lavoro di importanti aziende globali come Accenture, Campari Group, DHL Express Italia e Microsoft”.

È questo lo spunto che ha dato il via al panel promosso da Ecostilla, in occasione della 12^ edizione della Green Week, il festival dedicato alla Green Economy in programma dal 5 al 7 maggio scorso a Parma, e che ha avuto come tema Il benessere e la flessibilità: la chiave per il nuovo assetto fisico e digitale del luogo di lavoro. Un titolo articolato ma particolarmente sfidante per i relatori intervenuti, in quanto capace di sollevare numerosi argomenti e valori che un’azienda pone al centro della propria architettura e progettualità verso il futuro.

Enrico Bocedi, direttore comunicazione Campari Group; Roberta Marsi, sustainability manager DHL Express Italy; Matteo Mille, chief marketing & operation officer Microsoft; Francesca Patellani, director of operations Accenture, grazie alla loro esperienza e il ruolo ricoperto hanno dipinto un quadro in continua evoluzione, dove l’orizzonte professionale presente e futuro è improntato sulla fluidità e prevedibilità ma con almeno tre punti fermi.

I giovani talenti e i luoghi di lavoro 3.0

La qualità dei building adibiti a uffici è correlata al benessere delle persone che vi lavorano: questo rimane un punto fermo imprescindibile, pre e post pandemia. L’uomo è sempre al centro di qualsiasi riflessione, decisione e servizio in qualità di professionista e abitante di questi contenitori chiamati luoghi di lavoro.

La pandemia e la sua conclusione hanno lasciato un ambiente di lavoro diversificato a seconda del settore e delle mansioni svolte, ma tutti accomunati da un’esperienza più o meno forzata di smart working e lavoro da remoto. Il rientro è stato impostato con un’integrazione di lavoro in presenza calmierato e lasciato alla scelta del singolo dipendente.

Come raccontano Francesca Patellani, Roberta Marsi ed Enrico Bocedi l’impegno aziendale più grande è stato quello di creare delle occasioni per stimolare la socialità, la creatività e rendere meno impattante il ritorno in sede. L’interazione tra colleghi, non mutuata da piattaforme digitali, è uno dei tesori da preservare e favorire perché in grado di far nascere idee e dare ossigeno importante per la salute di un’azienda.

Microsoft, come racconta Matteo Mille, vive già per sua stessa vocazione un asset fisico e digitale del luogo di lavoro che la pandemia ha solo accelerato. La rivoluzione post pandemica è rappresentata dall’hybrid work e le aziende hanno cercato di dotarsi di soluzioni che fossero il più inclusive possibili.

I leader del futuro, i talenti che si stanno affacciando nel mondo del lavoro, guardano a tre valori fondamentali:

  • Lo smart working
  • La sostenibilità
  • L’inclusività e diversity

Se l’azienda non si struttura per tutelare questi valori, non attiva piani di inclusione e sostenibilità sul lungo periodo, il rischio è di perdere quei giovani talenti che possono fare la differenza.

Ad esempio in Microsoft non ci sono scrivanie fisse, ma in sharing e nessun vincolo di presenza in ufficio. Vengono suggeriti 2/3 giorni in ufficio per stimolare momenti di incontro – “celebration”– che siano propedeutici alla socialità, condivisione e creatività.

Francesca Patellani, in particolare, nota come il lavoro in Accenture si possa connotare da una parola: “diffuso” ovvero venga svolto in azienda come a casa ma in una modalità trasparente e senza nessun obbligo di presenza. L’importante è che la flessibilità sia accompagnata a momenti di incontro, andando però a popolare i building di uffici non con la continuità del passato e diventando così una sfida per partner come Ecostilla chiamati a gestire l’imprevedibilità.

Stessa policy per Campari Group che ha puntato sulla socialità da sempre correlata al proprio settore, come nota Enrico Bocedi, e sull’organizzazione di appuntamenti settimanali per sostenere e incentivare i momenti di condivisione tra neo-dipendenti e veterani.

DHL Express Italia, secondo l’esperienza diretta di Roberta Marsi, aveva già iniziato un percorso di rinnovo dei siti e luoghi di lavoro a partire dal 2015, abbinando l’ampliamento degli spazi per la gestione del business ad un approccio di miglioramento continuo anche per il benessere delle persone che animano quegli spazi. Connettere le persone migliorando le vite, scopo aziendale perseguito nel fornire il servizio ai clienti, passa anche attraverso la concezione degli spazi di lavoro vissuti da dipendenti e collaboratori.  I nuovi siti sono stati concepiti nell’ottica di renderli più sostenibili e performanti con open space e aree d’incontro che favoriscono la creatività, flessibilità nell’organizzazione del lavoro agile, reso strutturale per le funzioni eleggibili, digitalizzazione e strumenti di lavoro all’avanguardia, e servizi alla persona, tra cui ad esempio navette a disposizione per favorire il raggiungimento della sede di Peschiera Borromeo.

Il contributo di ciascun relatore così come la prospettiva di Ecostilla nel fornire servizi di facility management di alta profilatura è proprio quello di rendere sempre più sostenibile e a misura d’uomo la worklife, grazie al corretto equilibrio tra asset fisici e digitali.

Green Week: al via il Festival della Green Economy

Al via il countdown per la settimana “più green” dell’anno, che vedrà come protagonista la città di Parma e tanti player aziendali che stanno facendo grande l’economia dell’Italia.

Dal 5 al 7 maggio infatti, si celebrerà il Festival della Green Economy giunto alla sua 12^ edizione e in cui saranno protagonisti Premi Nobel e i Big dell’economia sostenibile in un programma di oltre 70 eventi e ben 300 relatori.

Nei giorni precedenti ad aprire le danze saranno le “Fabbriche della Sostenibilità” con un tour guidato delle imprese che hanno intrapreso percorsi green virtuosi; a seguire invece la tre giorni di incontri nella città di Parma con un parterre di grande prestigio.

Ci saranno tutti gli attori principali delle imprese di un territorio vocato alla sostenibilità, da Barilla a Mutti, da Davines Group e Gruppo Chiesi, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano a quello del Prosciutto di Parma e tante altre aziende multinazionali e nazionali insieme con Ecostilla, quale società benefit nel settore del Facility Management che ha abbracciato un percorso green e sostenibile che porta già nel suo stesso nome e che, oggi, comunica attivamente quale Partner del Festival.

Il Programma

Un appuntamento sicuramente da segnare in agenda perché offre l’occasione di incontrare personalità di spicco del mondo della scienza, dell’economia, della cultura italiana e internazionale. Saranno infatti coinvolti Andrej Gejm, Premio Nobel per la fisica nel 2010; Vincent Stanley, direttore filosofia dell’azienda Patagonia; Jan Olof Lundqvist, Senior Researcher dello Stockholm International Water Institute; Giulio Boccaletti, Chief Strategy Officer The Nature Conservancy. A tenere le fila del Festival, che vedrà la sua apertura venerdì 5 maggio con l’intervento del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Pichetto Fratin, sarà il comitato scientifico presieduto dal Presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci, e curato da Alessandra Pizzi di Italy Post che, oltre ad alcuni eventi clou dedicati ai temi delle risorse idriche, dell’edilizia, dell’energie rinnovabili, vedranno specifiche sezioni tematiche composte ciascuna da cinque incontri in cui si affronteranno questioni sul settore del food, su logistica e viaggiare sostenibile, imprese e sostenibilità, il lusso di essere sostenibili, il packaging e il mondo digitale.

L'appuntamento targato Ecostilla

Ecostilla, in qualità di partner della Green Week, sarà promotrice dell’incontro di Venerdì 5 maggio dalle 15 alle 16.15, al Complesso della Pilotta – Auditorium dei Voltoni del Guazzatoio, Piazza della Pilotta 1°–, (per iscriversi, clicca qui) particolarmente significativo per il settore del Facility Management e il tema della sostenibilità. Il Presidente di Ecostilla, Pietro De Nardis, introdurrà e modererà gli interventi di Enrico Bocedi, direttore comunicazione Campari Group; Roberta Marsi, chief sustainability DHL Express Italy; Matteo Mille, chief marketing & operation officer Microsoft; Francesca Patellani, director of operations Accenture.

I relatori saranno intervistati su un tema particolarmente attuale ovvero il benessere e la flessibilità sul luogo di lavoro, che si è trasformato nel corso degli ultimi anni soprattutto perché non si parla più soltanto di asset fisici ma anche dell’aspetto digitale che è diventato ancora più rilevante e determinante post Covid.

A De Nardis il compito di mettere in luce i case di ciascun player internazionale coinvolto, offrendo uno spaccato quanto mai diversificato ma accomunato dall’attenzione a un contesto lavorativo e ambientale sostenibile e incentrato sulla prosperità delle persone. Uno spirito che è vissuto dalla stessa Ecostilla con il suo statuto di Società Benefit e che ha trovato nella Green Week quei valori basilari che le permettono di confrontarsi con altre aziende che si muovono verso lo stesso obiettivo ovvero costruire un modello economico, sociale e ambientale d’eccellenza.

 

 

Planted Based: l’evoluzione green nelle pulizie

Sostenibilità, Green Economy, B-Corp e i 17 criteri ESG popolano giornali e discorsi fuori e dentro le aziende ma come si traducono nel quotidiano? Qual è la loro concreta applicazione?

In Ecostilla il percorso per diventare B Corporation ha preso le mosse proprio dalle fondamenta del servizio offerto ovvero i detergenti impiegati nello svolgere le attività di pulizie.

Un approccio green parte infatti da provvedimenti pratici, che spesso si traducono in una scelta di campo radicale e ragionata. Concretamente, tali azioni portano una rivoluzione in tutte le attività di pulizia e detersione grazie alle opportunità offerte dalla planted based chemistry.

Planted Based Chemistry: che cos’è e quali i benefici

Il principio fondante della planted based chemistry risiede nella Biotecnologia bianca. Tale disciplina consiste nell’’applicazione di moderne tecniche per la produzione industriale di sostanze chimiche e bio-energia utilizzando cellule viventi e i loro enzimi. 

L’obiettivo è di impiegare processi più puliti con la minima produzione di scarti e rifiuti e con il minimo consumo energetico.

Si tratta di ottenere sostanze e processi non pericolosi nell’immediato e che, in futuro, non abbiano ripercussioni per il pianeta e le prossime generazioni.

Questo nuovo approccio metodologico e produttivo comporta il rinnovo di un processo industriale in grado di portare il Pianeta a:

  • una maggiore sostenibilità economica;
  • una maggiore compatibilità ambientale;
  • un’adeguata responsabilità sociale.

Al fine di sviluppare schemi ambientali avanzati, l’industria chimica è stata tra le prime a dover ricorrere a nuovi sistemi produttivi e tecnologie. La lungimiranza dimostrata ha aperto la strada ad altri settori industriali fino ad andare a toccare l’alimentazione e la conseguente messa a punto di diete basate sul planted based.

Il Planted Based e le imprese di pulizie

Nel settore del cleaning professionale, Ecostilla ha fatto una scelta etica ed ecologica con prodotti pulenti a impatto zero.

Per questo si è avvalso del know-how e della collaborazione con un grande player internazionale nel mondo dei detergenti, andando a sostituire tutti i prodotti eco-label con una linea di prodotti che non hanno pittogrammi CLP e quindi non classificabili come pericolosi (Reg. 1272/2008/EC CLP), completamente biodegradabili e di origine vegetale.

Diversamente da quanto si può pensare la forza detergente di questi prodotti ha le stesse performance di un prodotto tradizionale, oltre che essere biodegradabili sia in condizioni aerobiche sia anaerobiche.

Gli ingredienti di origine vegetale con cui sono realizzati i detergenti sono gli alchilpoliglucosidi, che derivano dal processo di trasformazione di fonti rinnovabili come, ad esempio, patate e masi e garantiscono a Ecostilla una scelta ecologica che appartiene già al DNA dell’azienda a partire dal suo stesso nome.

 

 

Sostenibilità e B-Corp: il futuro delle imprese

Il momento è arrivato: governi, istituzioni, aziende e cittadini del mondo dichiarano a gran voce la necessità di agire e costruire un futuro sostenibile e a impatto zero. In ogni settore del quotidiano, professionale e personale, il richiamo a soluzioni green sostenibili e circolari sono diventate una scelta obbligatoria per salvare il nostro Pianeta e costruire una certezza per il domani. È un percorso di consapevolezza che è iniziato quasi quarant’anni fa, raccontato da diversi rapporti scientifici ed economici, e che ha avuto una svolta ben più recente. Nel 2015, infatti, è emersa l’urgenza di definire i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, formulati durante l’Assemblea Generale dell’Onu a cui hanno aderito ben 193 Paesi. Oggi tutto ciò si traduce nella responsabilizzazione dei governi e delle imprese a un’etica e un’economia che seguano i criteri dell’ESG, ossia la misurazione standard di:
  1. attività ambientali (Enviromental),
  2. attività sociali (Social)
  3. attività di Governance
Questi tre principi offrono delle linee guida per le aziende e per le loro attività ma anche l’impatto che possono avere con:
  • il territorio,
  • i dipendenti,
  • i fornitori,
  • i clienti.
Dal 2006 però esiste una realtà d’impresa ancora più evoluta e complessa che prende le mosse dagli Stati Uniti per raggiungere oggi ben 77 paesi, 153 settore e circa 150.000 aziende in tutto il mondo ossia le B-corp. La mission delle B-Corp è quella di usare il business come forza positiva in cui le realtà imprenditoriali “competono” per diventare migliori per il mondo e creare una prosperità durevole e condivisa per la società. In italia, le Benefit Corporation sono circa 150 e attraversano settori quali il manifatturiero, agroalimentare, servizi di consulenza, professionali e tecnici. I principi guida delle aziende virtuose, che appartengano o meno alle Benefit Corporations, sono sempre quelli delineati nei 17 Sustainable Development Goals 2030 che non sono appannaggio solo di alcuni settori ma riescono ad accomunare aziende di settori diversi, essendo quindi più trasversale e omnicomprensivi. Se può risultare immediato vedere la Sostenibilità calata in scelte e criteri miranti alla digitalizzazione, ad esempio, di grandi aziende di trasporti urbani o in gestori di energia, più articolato potrebbe apparire la rivoluzione sostenibile in imprese di pulizie. In realtà, i criteri di ESG vanno applicati e interpretati alla luce del Company Profile e delle risorse che occorre ottimizzare. Un’impresa di pulizie ha di per sé 3 voci che, a livello macro, abbracciano e sposano l’ESG:
  1. l’utilizzo di prodotti ecologici e sostenibili in grado di rispettare l’ambiente;
  2. l’attenzione ai dipendenti, al loro welfare e all’adozione di politiche di gestione del personale che siano rispettose delle differenze socio-culturali e dei principi di inclusione;
  3. la governance delle risorse, la loro ottimizzazione praticando politiche oculate di selezione dei fornitori e del personale, la scelta di risorse in grado di diventare parte integrante e valore aggiunto nel processo di fornitura di un servizio professionale e qualificato;
  4. L’utilizzo delle nuove tecnologie, come le app, per poter organizzare e gestire al meglio le risorse e i clienti al fine di ottenere le migliori performance del servizio offerto.
Grazie all’interazione stessa tra questi tre punti nodali, un’impresa di pulizie può definirsi sostenibile ed essere pronta alla rivoluzione che il nostro quotidiano sta attraversando e che viene raccontato in convegni come il SAP Sustainability Summit, che va a indagare come le risorse limitate non siano più un ostacolo ma un’occasione di rinnovamento ed evoluzione.