Sicurezza e Formazione: i must have del 2022

La formazione del personale come termometro della serietà di un’impresa di pulizie.

La sicurezza sul luogo di lavoro è uno dei temi scottanti della cronaca degli ultimi anni. Le prerogative di un datore di lavoro non sono solo quelle di garantire un’adeguata retribuzione dei dipendenti, ma anche di permettere loro di lavorare in sicurezza.

Ecostilla non si esime da questo dovere, che sente fortemente per la sua vocazione a fornitore di servizi di pulizie e sanificazione, che hanno come obiettivo ultimo la sicurezza e il benessere aziendale.

Ecostilla: la formazione come prima forma di sicurezza

Il primo passo per una realtà aziendale florida è la cura del dipendente: “Organizzare un piano di formazione è come un grande ricamo che mantiene unite le imprescindibili esigenze di formazione con le richieste quotidiane dei clienti, senza mai mancare le une o le altre. È questo uno dei valori aggiunti principali della nostra organizzazione aziendale”, sottolinea Nicola Loconsole – Amministratore Delegato area HR/operation di Ecostilla. Una prassi interna che si traduce in un piano di investimenti in:

  • formazione certificata,
  • attrezzature e abbigliamento idonei all’impiego svolto,
  • dal marzo 2020, un kit di integrazione ai tradizionali DPI (dispositivi di protezione individuale).

Ciò che costituisce il vero valore aggiunto e che ha un ritorno sull’azienda stessa e il suo business plan è la formazione. Quest’ultima varia a seconda del settore con cui si va a interagire, ancor più nell’erogazione di servizi di pulizie dove il timone spetta al cliente e alle sue specifiche esigenze. Ad esempio, un data center impone un servizio di pulizie accurato in cui l’operatore ha le giuste competenze per lavorare in sicurezza su rack e server. Esigenze completamente diverse rispetto a un servizio dedicato a building di uffici con centinaia di dipendenti e aree comuni da sanificare e proteggere da rischi di legionellosi.

L’aeroporto: una case history emblematica

Uno dei casi più significativi di sicurezza e formazione nella vita aziendale di Ecostilla è quello dedicato all’Hub DHL presso l’Aeroporto di Ciampino (Roma): un lavoro complesso che ha portato a un investimento di circa 6 mesi prima di poter garantire al cliente un personale adeguatamente formato.

Il P.N.S. – Programma Nazionale per la Sicurezza dell’Aviazione Civile – approvato e reso esecutivo dall’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC) prevede specifiche misure e procedure di sicurezza applicabili nei confronti degli operatori aeroportuali, dei vettori aerei e di tutti gli altri soggetti che operano negli aeroporti italiani aperti al traffico commerciale.

Ogni soggetto e operatore privato, Amministrazione operante in aeroporto e personale dipendente è tenuto a uniformarsi a tali misure, indipendentemente dal settore d’intervento o tipologia di attività o servizio fornito.

Per i privati la procedura è ancora più complessa perché è previsto l’obbligo di redigere, mantenere aggiornato e osservare il Programma di Sicurezza interno e di avere, tra il proprio organico, una persona di riferimento con l’incarico di garantire che misure e procedure di sicurezza vengano applicate nel rispetto della normativa citata.

Per gli operatori di Ecostilla in forza all’HUB di Ciampino si è tradotto concretamente in un corso intensivo di addestramento e aggiornamento delle procedure di sicurezza.

Ogni aeroporto italiano prevede infatti un corso di formazione security presso il proprio Security Training Center.

I corsi erogati da Aeroporti di Roma sono divisi in due differenti categorie (A13 e A14) a seconda delle aree di accesso degli operatori, ma entrambi con l’intendo di fornire gli elementi di base relativi alla security nelle aree aeroportuali affinché gli operatori si possano muovere in sicurezza e non compiere atti di interferenza illecita ai danni dell’aviazione civile, come previsto dal Reg. (UE) 1998/2005, par.11.2.6.

A ciò si aggiunge la formazione e certificazione specifica che già Ecostilla prevede per i suoi dipendenti nel fornire loro tutti gli strumenti necessari per svolgere in modo efficace i servizi di pulizia, sanificazione e data center cleaning.

Nasce un nuovo servizio professionale firmato Ecostilla: il Facility Manager

Chi è e cosa fa il Facility Manager? Quali sono le sue competenze e mansioni? Dove lavora?

Sono domande che, spesso, poste a chi ricopre questo ruolo in aziende più o meno strutturate o che, più rapidamente, si digitano sul campo di ricerca di Google per avere una prima infarinatura sull’argomento.

Non è però frutto di semplice curiosità, bensì necessità di trovare un professionista specializzato in grado di:

  • gestire la manutenzione di uffici, studi, siti produttivi… e la loro pulizia;
  • ottimizzare i costi in modo coerente con le risorse a disposizione;
  • affiancare in modo efficace CEO e CFO nel rispetto del budget a disposizione;
  • controllare e risparmiare il consumo energetico;
  • coordinare il personale di servizio della struttura (receptionist, office boy, maggiordomo aziendale…);
  • avere alle spalle un unico fornitore, in grado di erogare tutti i servizi di manutenzione e contribuendo al wellness aziendale.

Facility management in house o in outsourcing? I pro.

Il ruolo del Facility Manager non è sempre previsto all’interno dell’organigramma di un’azienda. In assenza di un professionista che ricopra questo ruolo, la direzione affida le mansioni di manutenzione a manager e/o dipendenti che hanno altre mansioni. Le ragioni di tale scelta sono spesso motivate dalla politica di concentrare le risorse in altri settori apparentemente più produttivi. Ancor di più, se si abbraccia un’ottica di spending review, l’area di gestione delle facilities è quella maggiormente colpita dai ridimensionamenti delle risorse a disposizione.

A tal fine optare per un servizio di consulenza professionale esterna è in grado di portare al datore di lavoro risultati importanti ed evidenti. Il facility in outsourcing è in grado di inserirsi, infatti, in qualsiasi attività – real estate, data center, studi di consulenza, produzione, medical device – perché:

  • possiede strumenti, formazione, soluzioni necessarie per raggiungere importanti obiettivi come il risparmio di oltre il 20% sui costi di gestione e manutenzione;
  • ha maturato competenze ed esperienza nel settore per portare l’azienda a gestire al meglio le sue risorse;
  • è di supporto agli altri manager, che possono così concentrarsi e raggiungere obiettivi di performance più in linea con il loro job title;
  • è una figura flessibile, in grado di seguire le linee guida e agire con tempestività ed efficacia in ottica problem solving.

Il Facility Management secondo Ecostilla

Grazie all’expertise maturata sul campo da oltre 30 anni, Ecostilla sceglie oggi di dare un nuovo volto ai suoi servizi, muovendosi verso la consulenza professionale.

Strutturandosi in modo organico nel fornire servizi di pulizie, sanificazione, primo ingresso e post cantiere, Ecostilla trova nel fornire figure manageriali del Facility un percorso naturale di ampliamento delle proprie attività, grazie al quotidiano confronto con il problema di offrire la migliore soluzione per la gestione di pulizie e manutenzione dei luoghi di lavoro.

Da questa routine si è, man mano, strutturata una competenza e competitività nel settore che ha fornito le basi necessarie per formare professionisti manager in grado di affiancare figure chiave come CEO e CFO.

Non solo, ma Ecostilla può diventare così un unico fornitore per concentrare più servizi strategici e contribuire a un bilancio ottimizzato, ragionato e proiettato verso un benessere aziendale duraturo.

 

Impianti di ventilazione forzata e Covid 19: tutto ciò che c’è da sapere

Gli ambienti di lavoro sono per lo più caratterizzati da impianti di areazione forzata, che vanno ad affiancare o sostituire in toto la ventilazione outdoor di finestre e punti di ingresso di aria proveniente dall’esterno di edifici, uffici e aziende.

Era consuetudine, prima del marzo 2022, utilizzare in particolar modo i sistemi di riciclo dell’aria prevedendo l’apertura di finestre con sporadicità e prediligendo anche un sistema di riciclo interno dell’aria così da ottimizzare costi e manutenzione.

Gli impianti UTA/VMC in epoca Covid 19

I recenti eventi pandemici hanno puntato i riflettori sulla necessità di controllare il ricambio d’aria, in particolar modo negli ambienti di lavoro e in periodi dell’anno in cui si predilige mantenere un livello alto di comfort termico a causa della stagione invernale.

Il Ministero della Salute ha condotto degli studi e divulgato dei rapporti aggiornarti per regolamentare l’utilizzo degli impianti aeraulici al fine di ridurre il rischio di contagio da Coronavirus.

Secondo il rapporto ISS 12/2021 del 20 maggio 2021, la trasmissione aerea del virus avviene secondo tre dinamiche differenti, l’ultima delle quali è considerata una possibilità non ancora suffragata da evidenze scientifiche e che si possono così sintetizzare:

  • brevi distanze: i soggetti inalano concentrazioni elevate di goccioline piccole, definite aerosol, a causa della vicinanza con un soggetto infetto;
  • condivisione dello stesso ambiente chiuso con un soggetto infetto;
  • lunghe distanze: il soggetto potrebbe inalare aerosol proveniente da un sistema di ventilazione rispetto a un soggetto infetto, presente in lontananza o in un’altra stanza.

Come rendere sicuri gli impianti di ventilazione

Negli edifici e ambienti di lavoro dotato di specifici impianti di ventilazione UTA (Unità Trattamento Aria)/VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) si consiglia, secondo il rapporto ISS Covid 19 11/2021, di mantenere la movimentazione di aria esterna (outdoor) al fine di garantire una corretta areazione che riduca i rischi da contagio da Sars CoV2. Si consiglia il ricambio d’aria in tutte le aree/ambienti occupati dell’edificio, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, eliminando ove possibile la funzione di riciclo dell’aria.

Gli impianti dovranno essere correttamente progettati e dimensionati a seconda della struttura in cui sono inseriti e del numero di lavoratori che fruiscono degli ambienti. Inoltre, la manutenzione dovrà prevedere di bilanciare i flussi d’aria, la temperatura e l’umidità relativa oltre che la filtrazione, al fine che i sistemi di ventilazione UTA/VMC possano contribuire a ridurre i rischi di esposizione e contaminazione del virus.

Nel caso siano presenti impianti di riscaldamento/raffrescamento con apparecchi tipo fancoil, si consiglia di mantenere in funzione l’impianto per tutte le ore di presenza dei lavoratori e programmarne una pulizia periodica del filtro, oltre al controllo della batteria di scambio termico e della bacinella di raccolta condensa.

Interventi di pulizia, sanificazione e disinfezione degli impianti di ventilazione: poche e precise regole

Un utilizzo consapevole e ragionato degli impianti di aerazione dovrà essere affiancato da una programmazione di interventi di pulizia, sanificazione e disinfezione degli stessi con protocolli innovativi e certificati.

L’equipaggiamento e le attrezzature per la pulizia diventano quindi, fondamentali se a disposizione di aziende certificate che utilizzino biocida, registrati come Presidio Medico Chirurgico al Ministero della Salute, e un protocollo che preveda:

  • l’eliminazione delle contaminazioni batteriche associate agli impianti di distribuzione aria;
  • l’attenzione alla pulizia delle batterie di scambio termico,
  • la pulizia delle vaschette di raccolta della condensa, dove proliferano alghe, batteri e Legionella;
  • l’eventuale sostituzione dell’unità filtrante.

A seguito di tali interventi, si dovrà prevedere la raccolta di campioni post intervento negli impianti aeraulici e UTA, con una relazione tecnica a fine lavori che possa certificare l’avvenuta “bonifica” degli stessi e contribuire così a un ambiente di lavoro più sicuro e a norma.